Skaftafell
Sveglia alle 6: splende il sole! Nel cielo non si vede una sola nuvola, le previsioni meteorologiche del sito ufficiale islandese non ne sbagliano una! L’idea di alzarci presto per sfruttare il più possibile questa giornata di bel tempo ci ha ripagati. Facciamo colazione mentre il campeggio ancora dorme e lo lasciamo che si sta svegliando. Abbiamo tante cose da fare e da vedere oggi! Facciamo il pieno di carburante alla stazione di servizio N1 del paese e ci mettiamo in marcia.
Foss á Síðu e Dverghamrar
La prima tappa della giornata è la cascata Foss á Síðu che, in condizioni di vento particolare, sarebbe caratterizzata dall’acqua che va in direzione contraria! Non troviamo tali condizioni però: la cascata scorre normalissima al suo posto, in quanto non tira un filo di vento. Dalla parte opposta del Ring rispetto alla cascata, procedendo di poco in direzione est, troviamo le formazioni a colonne basaltiche che costituiscono la scogliera nana di Dverghamrar: sembra la versione in miniatura di quanto abbiamo già visto a Reynisfjara, con la differenza che ora ci siamo solo noi, senza turisti ovunque intenti a scattarsi selfie.
Proseguiamo sul Ring, sempre in direzione est, con il sole spendente nel cielo. Attraversiamo lo Skeiðarársandur, un sandar, immensa pianura semi-desertica di sabbia vulcanica. Piano piano cominciamo a intravedere delinearsi alla nostra sinistra il profilo dei ghiacciai, lingue di ghiaccio che arrivano a valle scaturendo tutte da un’unica immensa calotta glaciale: il Vatnajökull.
Skaftafell National park
Il Vatnajökull è volumetricamente la più grande cappa di ghiaccio europea, con un’estensione di poco inferiore a quella della Corsica, arrivando a coprire l’8% del territorio islandese. Dalla calotta si originano circa 30 ghiacciai vallivi fra cui lo Skeiðarárjökull, lo Skaftafellsjökull e lo Svínafellsjökull, appunto le prime lingue di ghiaccio che vediamo in lontananza. Ci dirigiamo verso lo Skaftafell National Park, che costituisce parte del più grande Vatnajökull National Park, comprendendo luoghi di interesse naturalistico fra cui il già citato ghiacciaio Skaftafellsjökull e la cascata Svartifoss.
Svartifoss
Arriviamo all’ingresso del parco. Ci dirigiamo subito verso la cascata Svartifoss che si raggiunge con una passeggiata a piedi in salita di circa mezzora (3,5 km a/r).
Dalle fotografie che avevamo visto prima di partire ci era parsa un po’ lugubre e, invece, complice il sole splendente, questa cascata ci colpisce molto più delle precedenti, per via delle formazioni basaltiche a colonne che la circondano, che ricordano canne d’organo, e per il suo contesto raccolto che accoglie meno visitatori rispetto alle cascate viste lungo il Ring.
Svinafellsjökull
Torniamo al parcheggio con l’intenzione di percorrere anche il sentiero che conduce al fronte glaciale dello Skaftafellsjökull ma, calcolando le tempistiche, stimiamo di non avere sufficiente tempo a disposizione per via della prenotazione già effettuata e saldata per l’escursione con il mezzo anfibio nella laguna glaciale Jökulsárlón. Quindi, con un po’ di dispiacere, rinunciamo e procediamo lungo il Ring. Poco più avanti però notiamo l’accesso a un altro fronte glaciale, quello dello Svinafellsjökull, che si sviluppa subito ad est dello Skaftafellsjökull.
Questa lingua di ghiaccio è la più vicina a valle: dal Ring, infatti, non sembra particolarmente distante. Dal momento che abbiamo un po’ di margine di tempo, decidiamo di provare a percorrere la breve ma assai dissestata strada per il fronte glaciale. Raggiungiamo il piccolo parcheggio libero e, camminando qualche minuto, siamo al fronte glaciale dello Svinafellsjökull: spettacolare! Oltre al fronte del ghiacciaio vero e proprio notiamo i tanti blocchi di ghiaccio di svariate forme e colori (trasparenti, bianchi, con striature azzurre, grigi e neri) immersi in una piccola laguna glaciale. Meraviglia!
Jökulsárlón
Rientriamo nel campervan e ci dirigiamo al Jökulsárlón dove, come immaginavamo, ci attende una grande concentrazione di auto e pullman. Nonostante questo la laguna è spettacolare!
Siamo un po’ in anticipo ma andiamo comunque subito alla biglietteria del Glacier Lagoon – una baracchina – a mostrare la prenotazione effettuata ieri e a ritirare i biglietti veri e propri. Il parcheggio della laguna è immenso e vede la presenza di varie compagnie che organizzano escursioni sulla laguna stessa in gommone e con altri mezzi, oltre ai numerosi stand dove mangiare. Seguiamo le istruzioni che ci vengono fornite per la breve crociera sull’anfibio, il cui moletto si trova lí all’asciutto. Ci copriamo bene perché immaginiamo che nella laguna ci sarà freddo (e indoviniamo). Ci avviciniamo alla pensilina in legno nei pressi della quale si fermano i mezzi anfibi, ovvero motoscafi con le ruote.
Ci vengono dati giubbotti di salvataggio da indossare sopra i vestiti e si parte! Il mezzo si allontana apparentemente dalla laguna per dirigersi in realtà nel punto da cui si entra in acqua. Arriviamo là su ruote e, all’improvviso, siamo a mollo. Accanto a noi ci sono gommoni rossi, anch’essi adibiti all’esplorazione della laguna.
Procediamo lentamente fra gli iceberg, avendo così modo di osservare da vicino blocchi di ghiaccio dalle forme più svariate. Un’addetta di bordo ci spiega che la laguna è relativamente giovane: si è formata, infatti, un’ottantina di anni fa dal progressivo ritiro del ghiacciaio mentre gli iceberg che vediamo attorno a noi sono costituiti da ghiaccio formatosi migliaia di anni fa.
Le striature grigie e nere indicano depositi di eruzione, o comunque di ceneri, mentre quelle blu sono dovute a un effetto ottico legato alla forte compressione della neve che ha espulso dal ghiaccio quasi del tutto l’aria inglobata al suo interno. Vediamo alcuni iceberg muoversi e roteare su se stessi, probabilmente spinti dalla corrente. Generalmente un iceberg che si stacca dal fronte glaciale può metterci fino a qualche anno per attraversare la laguna e uscire da essa, arrivando al mare! Terminato il giro di circa 40′, un po’ infreddoliti ci avviamo verso l’estuario della laguna che si getta, appunto, in mare. Vediamo un blocco di ghiaccio muoversi verso la foce, prima lentamente poi sempre più rapidamente, spinto dalla corrente che, in questa zona, diventa molto forte. Numerosi uccelli volano sulla laguna e si fermano sugli iceberg: gabbiani e forse sterne artiche.
Diamond beach
Arriviamo alla Diamond beach, la spiaggia nera prossima alla foce dell’estuario della laguna, cosparsa di blocchi di ghiaccio di svariate forme e dimensioni. Anche qui ci perdiamo in fotografie a non finire.
Torniamo alla macchina e procediamo verso Höfn dove facciamo una tappa al supermercato Nettò e un giro nel porto. Qui sono state girate le scene del film The secret Life of Walter Mitty ambientate in Groenlandia. Procediamo poco oltre, fino alla spiaggia della Hvalnes Nature Reserve e relativo faro e ci fermiamo a dormire qui, seguendo ancora le indicazioni di Roberto Salini, ormai attorniati dalle nuvole e dal vento. Peccato perché il paesaggio è incantevole!
Tips
Skaftafell National Park: accesso al parco e parcheggio: 750 isk per i veicoli di categoria A – auto di massimo 5 posti (il nostro campervan ricade invece nella categoria B: 1000 isk). Una videocamera registra la targa all’ingresso del parco: ci sono 24 ore di tempo a disposizione per pagare. Presso il parcheggio si trova un ampio e moderno visitors center dotato di servizi igienici
Amphibian boat tour sulla laguna glaciale Jokulsarlon con Glacier lagoon: 5700 isk a persona, durata 40′ circa
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