Kjeragbolten

Sveglia alle 5 nell’area di sosta lungo la Lysevegen, poco sotto Øygardstøl. Come al solito ormai, siamo i primi a svegliarci nella piazzola: nei camper e negli altri furgoni si dorme ancora. Il cielo è coperto ma intravediamo un po’ di azzurro verso l’alto, proprio in direzione della partenza del trekking che ci accingiamo a percorrere; probabilmente sono le nuvole basse / nebbia che si alzeranno quando il sole comincerà a scaldare le pareti del fiordo. Anche oggi ci vestiamo relativamente leggeri e a strati, facciamo colazione e ci avviamo proprio mentre in una delle macchine presenti nella piazzola qualcuno si sveglia. Risaliamo i pochi tornanti che ci separano da Øygardstøl, dove si trova l’ampio parcheggio che consente l’accesso al trekking per il Kjeragbolten.

Salita

Foto di rito sotto al cartello della partenza e, alle 6:30, siamo in marcia. Partiamo con un buon passo, nonostante il sentiero fin da subito si presenti assai ripido, percorrendo lastroni di roccia liscia ma, allo stesso tempo, con un buon grip. Nelle sezioni più insidiose troviamo paletti metallici infissi nella roccia e collegati fra loro con catene ancora in metallo, utili sia per aiutarsi nella progressione, sia per individuare facilmente il tracciato.

In breve siamo fuori dalla nebbia che rimane bassa sotto di noi come una infinita distesa di cotone illuminata dal sole. Guadagniamo il primo cocuzzolo, a 825 m di quota e il sentiero comincia a scendere nella fertile valle Litle Stordalen. Qui troviamo le immancabili prime tende e una coppia di ragazzi che, uscita da una di esse, imbocca il sentiero poco prima di noi. La nebbia continua a ritirarsi sempre più e nel cielo azzurro risplende il sole, ancora relativamente basso sull’orizzonte.

Seconda salita: qui riprendiamo la posizione in testa al piccolo gruppetto e, in breve, arriviamo sul secondo dosso, a 890 m. Sotto di esso si apre l’ampia valle di Stordalen in cui dobbiamo scendere per poi affrontare l’ultima salita. Qualche altro escursionista emerge dalla tenda e si aggiunge alla piccola e sparpagliata comitiva.

Kjeragbolten

Stacchiamo il gruppo e risaliamo rapidi anche l’ultima ripida salita, portandoci sul pianoro Nesatind che, con lievi piccole salite e discese, ci avvicina al Kjeragbolten. A giudicare dalle distanze e dalle indicazioni, dovrebbe trovarsi oltre il pianoro, dove si intravede una lunga e (scopriremo) profonda spaccatura. La raggiungiamo e scendiamo nello stretto canyon, trovando, all’improvviso, in fondo ad esso, il masso incastrato, il Kjeragbolten.

Spettacolare! Ci avviciniamo e, solo quando siamo in prossimità del masso, scopriamo il baratro che si apre sotto di esso: il blocco di roccia rotondeggiante si trova incastonato fra due pareti di granito verticali che corrono giù dritte fino all’acqua del fiordo, 1020 m sotto. Impressionante. Oltre al Kjeragbolten, anche il panorama complessivo in sé è spettacolare. Ci siamo solo noi: sono le 8:15.

Studiamo l’accesso al masso, decisamente precario su una stretta cengia cosparsa di sabbiolina. Non del tutto incoraggiante. Non siamo sicuri di volerci salire sopra e di trovarci con 1000 m di vuoto sia a destra che a sinistra. Cominciano ad arrivare gli altri escursionisti e la maggior parte di loro sale sul masso senza esitazione, chi con lo zaino in spalla, chi con i bastoncini da passeggiata in mano, e si mette in posa. La loro disinvoltura ci stupisce. Aspettiamo e facciamo la seconda colazione mettendoci a chiacchierare con una coppia composta da una belga e un australiano. Finalmente il masso è completamente al sole. Ancora siamo in pochi e non c’è nessuna coda: è il momento!

Mission accomplished! Rimaniamo in zona ancora un po’ e facciamo qualche altro scatto. Verso le 9:30 ci accingiamo a scendere. La discesa, che un po’ temevamo in relazione alla salita, a tratti molto ripida, si rivela meno tosta del previsto, dal momento che possiamo aiutarci con le catene metalliche presenti lungo il sentiero. Notiamo, fra la gente che si dirige verso il Kjeragbolten, un ragazzo dal cui zaino spuntano clavette, il quale con un salto si posiziona su una delle catene e ci cammina come se fosse una slackline. Arriviamo al parcheggio alle 11:15, quando tante persone devono ancora attaccare il sentiero. 3 h 30’ complessive per andare e tornare.

Lysefjord

Percorriamo la Lysevegen fino a Lysebotn per avere un colpo d’occhio differente sul Lysefjord e per verificare che non ci sia alcuna possibilità per una crociera su questo bellissimo fiordo, cosa che ahimè ci viene confermata. Risaliamo la Lysevegen e percorriamo in senso opposto la Fv500, già vista ieri.

Ci fermiamo accanto a uno dei tanti laghetti che si incontrano, in zona Bjødnsiåna, in corrispondenza di una spiaggetta. C’è già un altro furgone con due ragazzi che stanno mangiando ad un tavolino aperto all’esterno. Li imitiamo. Ci viene quasi voglia di fare il bagno: l’acqua è bella fresca. Mi immergo solo per metà perché, allontanandosi dalla riva, la temperatura dell’acqua si abbassa drasticamente. Pennica al sole e ci rimettiamo in marcia.

Verso sud

Destinazione, costa sud-ovest: abbiamo battezzato, come possibile meta per la sera, l’abitato di Ogna che ci risulta essere dotato di campeggio. Ammirando nuovamente il paesaggio lungo la Rv975, già attraversato ieri, arriviamo a Sinnes e, da qui, proseguiamo lungo la Fv468, che poi si immette nella Fv42 che percorriamo fino a Egersund; qui, tramite la Fv44, in breve raggiungiamo l’Ogna camping.

Arriviamo in campeggio poco prima delle 19: tempo da record per i nostri standard! Andiamo subito a fare una camminata esplorativa sulla lunga e desolata lingua di sabbia, che ricorda un po’ le spiagge olandesi dove Ste va a fare kitesurf.

La lunga giornata termina con una bella doccia e una cena condita dalla brezza marina.

Info base trekking
Partenza: Øygardstøl
Arrivo: Kjeragbolten
Distanza a/r: 11 km
Dislivello in salita: 800 m
Durata effettiva a/r: 3h30′ (indicata: 6h)
Tipologia itinerario: double back

Logistica
L’itinerario si apre con una salita ripidissima, accompagnata da cavi metallici con cui aiutarsi, che contribuiscono a segnalare la direzione della via; prosegue con una serie di sali scendi fino ad arrivare ad un ampio altopiano al termine del quale si trova lo stretto canyon con il grande masso incastrato. Il rientro avviene per lo stesso itinerario della salita.

Øygardstøl parking: 300 nkr/giorno

Il tempo può cambiare molto rapidamente, quindi si consiglia di vestirsi a strati tenendo nello zaino indumenti caldi e impermeabili

Tips
Ogna camping: 220 nkr per 2 persone + campervan; gettone doccia ed elettricità comprese nel prezzo

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