Da Essaouira a Marrakech
Ci svegliamo di soprassalto al richiamo del muezzin delle 6 del mattino. A parte il fatto che non ci eravamo ancora documentati a dovere sulla faccenda e non conoscevamo orari e modalità della chiamata alla preghiera, il canto del muezzin è talmente potente che pare quasi essere immediatamente fuori dalla porta della nostra stanza! L’acqua della doccia scorre solo fredda, come ieri sera: rinunciamo.
Il porto di Essaouira
Dopo aver fatto colazione al bar sotto il b&b, il Cafè de France, ci dirigiamo a piedi verso la spiaggia. In realtà, così facendo, entriamo nell’area del porto. Qui l’odore di pesce è nauseabondo ma abbiamo occasione di assistere a scene di vita quotidiana decisamente interessanti: le reti da pesca che vengono ripiegate, la cernita del pesce con l’intorno di gabbiani affamati, ragazzi che dalle barche lanciano sul molo ceste stracolme di pescetti.
Verso Marrakech
Recuperate le valigie al b&b Gran Palace by Beau Rivage, riprendiamo la macchina e salutiamo Essaouira, direzione Marrakech. Lungo la strada notiamo alcuni alberi con i rami carichi di capre arrampicate! Probabilmente sono intente a mangiare i frutti dell’argan. Proseguiamo fino ad avvicinarci alla città, pronti alla confusione e al traffico. Dopo vari e lunghi tentativi per lasciare la macchina in prossimità del centro storico, riusciamo a parcheggiare in un grande parcheggio a pagamento dove però ci viene chiesto di lasciare le chiavi nell’eventualità di doverla spostare per gestire i pochi posti rimasti liberi. Un po’ scettici, consegniamo le chiavi al parcheggiatore e, sotto la pioggia, ci avviamo al Riad Rose du Desert, che dista 10’ a piedi. Veniamo accolti con calore dal gestore, un ragazzo marocchino che parla benissimo l’inglese e che ci fa accomodare nella nostra piccola ma deliziosa camera, servendoci tè alla menta. Le stanze affacciano su una gradevole corte interna con decorazioni tipiche locali. Esce il sole: dedichiamo questo pomeriggio alla scoperta della parte nord della Medina di Marrakech.
Alla scoperta della Medina - parte nord
Come non detto: dopo poco riprende a diluviare. Troviamo riparo sotto la veranda metallica del retro di una panetteria e veniamo subito colpiti dal profumo di pane appena sfornato. Compriamo due pagnotte calde e croccanti e ci riavviamo a piedi. Ci dirigiamo verso la Ben Youssef Madrasa, una scuola coranica, scoprendo presto che gli stretti vicoli della Medina si trasformano in tortuosi suq coperti dove perdiamo l’orientamento con facilità. Nei suq si alternano bancarelle che vendono qualunque genere di prodotto, dal cibo, alle spezie, alle tajine, alle ceramiche, ai prodotti in pelle, a quelli derivati dall’argan, a bevande, a selle per dromedari! Dopo un po’ ci rendiamo conto di non capire nemmeno più come siamo orientati. Solo quando finalmente sbuchiamo in una strada a cielo aperto riusciamo a comprendere dove ci troviamo.
Jemaa el-Fna
In breve raggiungiamo la scuola coranica, ahimè chiusa per restauro! A questo punto facciamo dietro front verso la piazza principale, Jemaa el-Fna, per la quale troviamo un corridoio preferenziale attraverso i suq. I venditori delle bancarelle sono relativamente insistenti ma, quando ci vedono decisi, ci lasciano stare; sono comunque infastiditi dalle fotografie e spesso chiedono soldi se si rendono conto di essere stati immortalati. Proseguiamo per il nostro itinerario e sbuchiamo nella piazza principale. Piove ancora e forse questo condiziona un po’ la frequentazione della piazza stessa che, in alcune parti, è piuttosto sgombra. In altre zone, invece, agglomerati di persone e banchetti attirano la nostra attenzione, subito catturata dagli incantatori di serpenti. Alcuni tizi girano con vesti strane, altri vendono spremute di arancia, altri ancora oggetti di vario genere. Facciamo il giro della piazza e poi ci dirigiamo verso la Koutoubia, la moschea principale.
L’attraversamento della strada per raggiungere la moschea è a dir poco un’impresa! Motorini e taxi paiono non rispettare il rosso semaforico e il semaforo pedonale passa direttamente dal verde al rosso, senza avvisaglie. Raggiungiamo la Koutoubia e riprende a diluviare. Ci ripariamo sotto l’arcata di una porta chiusa insieme ad altre persone; non appena la pioggia cala un po’, torniamo verso Jemaa el-Fna dove, piano piano, le bancarelle del giorno sbaraccano e vengono sostituite da tendoni numerati con sotto tavolacci di legno e cucine improvvisate. Al nostro passaggio tutti ci propongono ciò che stanno cucinando o ci mostrano quello che stanno mangiando gli altri turisti. Ste viene catturato dal banchetto n. 114, che fa cous cous e carne alla griglia. Riprende a piovere, siamo fradici. Avendo anche bisogno del bagno, ci rifugiamo a L’Adresse, un bar lungo la piazza che pare chiaramente rivolto ai turisti. Purtroppo i piccoli esercizi dei locali - che avremmo preferito - sembrano talmente essenziali che dubitiamo siano dotati di servizi igienici. Dovendo ordinare qualcosa optiamo per crepes al formaggio, gustosa e non particolarmente cara.
Torniamo fuori, gironzoliamo un altro po’ e alla fine ci dirigiamo verso il banchetto n. 114, Chez Mbarek, dove veniamo riconosciuti come quelli passati poco prima e accolti con un applauso e con un pezzo di una canzone di Shakira un po’ storpiata, trattamento che vedremo riservato a tutti i turisti che si fermano. Ci vengono date due pagnotte mollicce e il menù: prendiamo entrambi couscous, alle verdure io, alla carne mista Ste. Vicino a noi si siedono due spagnoli che prendono del pesce. Discreti nel sapore e abbondanti nelle porzioni, finiamo i nostri piatti e, essendo già buio (sono circa le 20:30) torniamo al b&b dove, dopo una bella doccia calda, ci addormentiamo senza indugi.
Tips Cafè de France: colazione per due 80 dh
B&B Gran Palace by Beau Rivage, Essaouira: camera matrimoniale con bagno privato 363 dh
L’Adresse; Marrakech: crepes 40 dh
Chez Mbarek, banchetto n. 114, Jemaa el-Fna, Marrakech: cous cous per due 130 dh
Parcheggio a Marrakech, 24h: 80 dh
Riad Rose du Desert, Marrakech: camera matrimoniale con bagno privato e colazione 32 €
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