Regione dell'ovest
Ci svegliamo sotto un cielo inizialmente nuvoloso nel più interno dei fiordi di cui si compone l’Ísafjarðardjúp. Facciamo colazione e ripartiamo: oggi sarà più che altro una giornata di trasferimento con pochi points of interest. Imbocchiamo la strada n. 61 passando per Hólmavik e poi la n. 60 in direzione sud.
La penisola di Skorradal
Qui, dopo aver attraversato il ponte sul Gilsfjörður, decidiamo di seguire i consigli della Lonely Planet e di On the road again e ci avventuriamo per la strada sterrata n. 590 che segue la costa della penisola di Skorradal, lontano dai tracciati principali. La zona ci si presenta selvaggia con poche fattorie isolate e con le solite pecore. Ci fermiamo nell’area picnic sulla punta delle penisola, in un’ottima posizione, tranquilla e con vista, e pranziamo qui, indisturbati.
La hot pot di Guðrúnarlaug
Tornati nell’entroterra sulla strada n. 60, invece di procedere verso sud, giriamo nella direzione opposta e, dopo poco, imbocchiamo la prima strada laterale a sinistra che in breve ci porta al Hotel Edda (update 2023: ora Dala Hotel), nei pressi del quale si trova la hot pot Guðrúnarlaug.
La individuiamo da lontano, proprio due passi dietro all’albergo, in corrispondenza di una breve salita. Troviamo già una coppia di ragazzi immersi ed entriamo anche noi nella pozza circolare, perimetrata artificialmente da massi lisci che creano una sorta di seduta sott’acqua. Spettacolo! La nostra caccia alle hot pots procede fruttuosamente!
Riprendiamo la strada tornando sulla n. 60 e fermandoci a fare il pieno alla stazione di servizio N1 di Búðardalur. Procedendo, svoltiamo a destra in corrispondenza della strada n. 54 che si addentra nella penisola di Snæfellsnes che visiteremo domani.
Stykkishólmur
Raggiungiamo il primo importante paese sulla costa settentrionale, Stykkishólmur, dove compriamo della carne da grigliare. Parcheggiamo al porto e facciamo un giro a piedi: qui sono state girate le scene di The secret life of Walter Mitty dove il protagonista esce dal pub e salta sull’elicottero. Riconosciamo il pub che in realtà pare essere un’abitazione.
Saliamo sul piccolo promontorio su cui si trova il faro di Súgandisey e visitiamo dall’esterno l’imponente chiesa Stykkishólmskirkja, dal linguaggio fortemente contemporaneo.
Riprendiamo il furgone e cominciamo a cercare una location adatta sia alla grigliata che al pernottamento. Ci fermiamo in uno slargo lungo la Helgafellssveitarvegur, strada secondaria vicino al mare. Il nostro tentativo di grigliare la carne su una delle piccole griglie usa e getta dotate di carbonella del supermercato fallisce miseramente ma ci consoliamo con un tramonto spettacolare.
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