Fiordi ovest
Ci svegliamo nel campeggio libero di Brunnar (update 2023: il campeggio non sembra essere pù esistente). Il cielo è coperto da nuvole alte e rade che lasciano filtrare solo qualche vago raggio di luce di tanto in tanto. Ripercorriamo al contrario la strada di ieri fin poco oltre il relitto del peschereccio Garðar BA 64, dove imbocchiamo la strada n. 62 in direzione nord, percorrendo così anche il lato opposto del Patreksfjörður e fermandoci nella omonima cittadina (una metropoli, rispetto agli abitati di poche case trovati fino adesso). Qui facciamo rifornimento al N1 e un po’ di spesa a prezzi ben più elevati rispetto all’entroterra islandese.
Procediamo per la strada n. 63 fiancheggiando il fiordo seguente - il Tálknafjörður. Arriviamo al piú ampio Arnarfjörður, incontrando subito il paesino di Bíldudalur. Lungo la strada vediamo una splendida cascata e ci fermiamo a fare un po’ di pratica con il neutral density filter che usiamo per la prima volta.
Reykjafjarðarlaug: hot pot e hot pool isolate lungo il fiordo
Riprendiamo la strada e raggiungiamo la Reykjafjarðarlaug, hot pool costituita da una piscina in cemento dipinta di azzurro con acqua a 32° e da una hot pot vera e propria in roccia naturale e acqua a 46° situata accanto. Arriviamo e troviamo già tre macchine di gente che, però, sta andando via. Cogliamo l’attimo e sperimentiamo la hot pot tutta per noi.
L’acqua è così calda che é quasi difficoltoso entrare a mollo. Il fondo è terroso come nella prima hot pot sperimentata, un paio di giorni fa, ma la location, isolata nel fiordo lontano dalla civiltà, é perfetta. Testiamo anche la piscina, ampia tanto da consentire di nuotare. Spettacolare, anch’essa tutta per noi!
Dynjandi
Ripartiamo. Il paesaggio si fa maestoso dal momento che i fiordi che attraversiamo sono sempre più ampi e imponenti. Lungo il Borgarfjörður, piccolo fiordo all’interno del più ampio Arnarfjörður, troviamo la bellissima cascata a ventaglio Dynjandi, con il suo insieme di cascatelle minori a dominare la valle e il fiordo stesso.
Mentre Ste scatta un po’ di foto con il filtro ND e il cavalletto, io mi arrampico per il sentiero che raggiunge la cascata principale.
Valþjófsdalsvegur
Riprendiamo la strada che continua, sterrata, su bei panorami fino a Þingeyri. Ci fermiamo nel porticciolo a fotografare i pescherecci colorati e le casse di pesce che vengono scaricate e che attirano subito grandi quantità di gabbiani.
Attraversiamo il Dýrafjörður e lungo il successivo Önundarfjörður cerchiamo un posto dove fermarci per la notte: anche se c’è ancora luce sono già le 20:30. Ci avventuriamo nei pressi di un vecchio aeroporto in disuso dove troviamo la spiaggia di Valþjófsdalsvegur con un molo e una vecchia baracca arrugginita disabitata. Dopo una prima incertezza decidiamo di trascorrere la notte qui. All’improvviso esce il sole mostrandoci il fiordo in tutta la sua bellezza e facendoci ancora più apprezzare la location scelta. Ci siamo solo noi.
Tips
Parcheggio per la cascata Dynjandi: richiesta un’offerta di 300 isk
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