Monte Skåla
Sveglia 6:45: il cielo è completamente sereno e il lago Lovatnet , illuminato dal sole del primo mattino, è meraviglioso. Ci perdiamo in una serie infinita di fotografie prima della colazione. Prepariamo gli zaini: rispetto all’escursione alla cresta Besseggen, oggi ci vestiamo a strati ma con indumenti più leggeri e ci avviamo in furgone verso la partenza dell’itinerario.
Lungo la strada attraverso la Lodalen ci soffermiamo più volte per fotografare nuovamente il lago che pare uno specchio: meraviglioso!
Skåla
Arrivati al parcheggio erboso lungo la Fv723, in corrispondenza del punto in cui il fiume Fosdøla si immette nel Loelva, lasciamo l’obolo nell’apposita cassetta di legno e ci avviamo sul sentiero per il monte Skåla: sono le 8:50. Lo Skåla, alto 1848 m, è il monte norvegese che raggiunge la più alta quota avendo contemporaneamente un “piede” nel fiordo. L’escursione parte dall’abitato di Loen, ha uno sviluppo di 8 km e raggiunge la vetta con un dislivello di più di 1800 m, dal momento che la partenza è appena sopra la riva del fiordo a 29 m s.l.m. Ogni anno, a metà agosto, viene organizzata la competizione La Sportiva Skaala che vede il record di 1 h 7’6″ per arrivare in vetta partendo da Loen.
Quasi subito il sentiero, che segue una mulattiera per trattori, comincia a salire. E come al Besseggen, anche qui ci troviamo ben presto a toglierci di dosso qualche strato. Abbiamo altre persone davanti e dietro di noi, a piccoli gruppi, ma siamo molti di meno rispetto alla precedente escursione.
Dopo qualche tornante, il sentiero si allontana dalla carreggiata ghiaiosa che prosegue verso il lago. Si continua a salire e fa sempre più caldo. Camminando al sole in salita, infatti, senza vento e senza nuvole, l’alta temperatura diventa quasi fastidiosa. Ci inoltriamo in una bella vallata aperta e verdeggiante in cui scorre il copioso torrente Fosdøla, che ogni tanto si interrompe in fragorose cascate. Il sentiero lo attraversa e continuiamo a salire. Sale, sale e non molla mai. Quando diventa più ripido compaiono comodi gradoni di pietra. Alzandoci dalla valle cominciamo a intravedere verso ovest lo spettacolare Nordfjord.
Skålavatnet
Faticando arriviamo a quello che ci siamo dati come obiettivo per la prima sosta: il lago Skålavatnet, a quota 1150 m. La giornata è spaziale.
Ci fermiamo un quarto d’ora, bevendo del tè e immergendo i piedi nell’acqua gelida: spettacolare! Prima di rischiare di rilassarci troppo, ripartiamo. Lungo la strada incrociamo diverse persone che stanno scendendo, probabilmente sono rimaste su ieri sera a dormire in uno dei due bivacchi. Sulla cima dello Skåla, infatti, si trova lo Skålatårnet (letteralmente la torre dello Skåla), rifugio unico nel suo genere: si tratta di una sorta di bassa e tozza torre in pietra a pianta circolare. Si racconta che sia stato realizzato alla fine del XIX secolo per volontà del dottor Hans Henrik Gerhard Klouman per la cura della tubercolosi (che però non è documentata in questa regione fino al 1991). Recentemente è stata realizzata una seconda struttura per bivaccare, lo Skålabu, con interni in legno e 20 posto letto.
Poco oltre lo Skålavatnet, cosparso di neve ai margini, cominciano le prime difficoltà. Continuando a salire, infatti, il sentiero attraversa piccoli nevai, scivolosi ma comunque gestibili anche con le scarpe da escursione che indossiamo. Ancora un po’ di salita a gradoni ed ecco che ci troviamo a dover affrontare un lungo tratto abbastanza ripido nella neve.
Procediamo con calma, puntando bene i piedi ma, di tanto in tanto, si scivola. Vediamo altri escursionisti con gli scarponi da montagna e i bastoncini che procedono molto più agevolmente di noi. Ma c’è anche tanta gente nelle nostre stesse condizioni. D’altra parte, avendo consultato il visitors center del Jostedalsbreen National Park, mostrando le nostre calzature, credevamo di andare un po’ a colpo sicuro.
Quando possiamo, procediamo sulla roccia, a lastroni scoscesi ma con un buon grip. Dopo una fase di annuvolamento, il cielo si apre di nuovo e, girandoci di tanto in tanto mentre saliamo, vediamo sotto di noi lo spettacolare panorama del fiordo blu in contrasto con la neve bianca.
Skålatårnet
La progressione sulla neve è davvero faticosa e pare di essere sempre in procinto di arrivare, scoprendo poi di raggiungere solo l’anticima dell’anticima. Così facendo comunque, in breve intravediamo la sagoma dello Skålatårnet e alle 13 siamo in vetta.
Siamo sudati fradici e ci copriamo subito per evitare che il sudore ci si geli addosso, cambiandoci la maglietta. Ci sediamo sulle panche di legno di fronte allo Skålabu, ma siamo esposti al vento, quindi proviamo ad entrare nel bivacco.
All’ingresso dobbiamo toglierci le scarpe e lasciarle in un angolo. L’interno è molto confortevole, tutto in legno, con un cucinino a vista, tavoli alti con sgabelli e ampie finestre che prospettano sulla valle. Sul lato opposto alle finestre si aprono le camere in cui intravediamo letti a castello in legno a tre piani. Consumiamo il nostro pranzo, firmiamo il libro di vetta e ci accingiamo ad uscire quando notiamo il cartello, scritto anche in inglese, che illustra il costo del pernottamento, precisando che, se si sfrutta il bivacco per il pranzo, occorre pagare comunque la quota giornaliera. A questo punto lasciamo quanto dovuto nell’apposita cassetta e cominciamo a scendere intorno alle 14, un po’ terrorizzati all’idea di dover percorrere in discesa i tratti di neve e di misto non adeguatamente equipaggiati.
Procediamo con calma; la progressione in discesa, comunque, è più facile del previsto e, senza brutte sorprese, arriviamo allo Skålavatnet dove facciamo una sosta e qualche foto, mettendo nuovamente i piedi a mollo. Ripartiamo e la discesa pare non finire più. Incontriamo sempre più frequentemente escursionisti che salgono, intenti quindi, immaginiamo, a pernottare nei bivacchi.
La giornata in effetti prosegue spettacolare, con tanto sole, quindi ci sono buone possibilità di vedere il tramonto e l’alba con il cielo sereno. Terminata la scorta d’acqua, quando arriviamo al torrente Fosdøla, seguendo le indicazioni degli opuscoli illustrativi che dicono si possa bere e imitando gli altri escursionisti, beviamo anche noi, super assetati. Arriviamo alla macchina alle 18, decisamente stanchi ma soddisfatti dell’ascesa e degli spettacolari panorami. Ripassiamo lungo il Nordfjord e attraversiamo Olden, proseguendo sulla Fv60 e poi sulla E39 in direzione sud, verso Skei. Prima della cittadina, in corrispondenza di Klakegg, seguendo le indicazioni di park4night, imbocchiamo la valle del fiume Stardalselva percorrendo la Fv453, alla ricerca di una location wild per la notte. La valle è molto piacevole, costellata di fattorie e caratterizzata dalla presenza del fiume. Al suo termine si intravede un ghiacciaio sempre parte del Jostedal. Non trovando di meglio, ci posteggiato accanto alla strada, su un praticello di fianco al fiume. Ceniamo e, sfiniti, ci addormentiamo subito.
Info base trekking
Partenza: Loen
Arrivo: Skålatårnet
Distanza a/r: 16 km
Dislivello in salita: 1829 m
Durata a/r: 8h
Tipologia itinerario: double back
Logistica
L’itinerario prevede una costante e faticosa salita, inizialmente lungo sentieri in mezzo al verde, per poi procedere nella neve oltre il lago Skålavatnet. Una volta arrivati in vetta si può pernottare in uno dei due bivacchi, Skålatårnet e Skålabu, entrambi gestiti dalla Norwegian Trekking Association (DNT) ma privi di personale sul posto. Il rientro avviene per lo stesso itinerario della salita. L’escursione può essere effettuata anche in giornata.
Skåla parking: 50 nkr/giorno, da lasciare in contanti in un’apposita cassettina
Skålabu: quota giornaliera (senza pernottamento): 90 nkr/persona (70 nkr/soci DNT); ne
Il tempo può cambiare molto rapidamente, quindi si consiglia di vestirsi a strati tenendo nello zaino indumenti caldi e impermeabili
Tips
Sande camping: 280 nkr per 2 persone + campervan; doccia: 10 nkr (durata 5′)
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